Wonder – Recensione
Auggie Pullman (Jacob Tremblay) deve affrontare il primo giorno in una nuova scuola, anzi nella sua prima scuola in assoluto: la mamma Isabel (Julia Roberts) lo ha sempre istruito a casa, a causa dei suoi problemi di salute ma anche per paura della reazione degli altri bambini. Auggie è nato con la sindrome di Treacher Collins, una malattia congenita dello sviluppo craniofacciale che condiziona il suo aspetto e i suoi rapporti con gli altri. Con i consigli del papà Nate (Owen Wilson) e della sorella Via (Izabela Vidovic) e col sostegno del preside Tushman (Mandy Patinkin) e dei suoi insegnanti, Auggie cerca di sostenere gli sguardi curiosi e diffidenti dei compagni di scuola e di farsi nuovi amici.
“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. Tratto dall’omonimo libro scritto da Raquel Jaramillo (sotto lo pseudonimo di R.J. Palacio), “Wonder” è proprio una favola gentile, portata al cinema con ironia e delicatezza da Stephen Chbosky, già autore e regista di “Noi siamo infinito”. Il “sole” attorno al quale ruotano tutti i personaggi è Auggie, a cui presta il volto Jacob Tremblay, una delle promesse di Hollywood che aveva fatto incetta di premi grazie alla sua interpretazione in “Room”: per il piccolo protagonista è arrivato il momento di togliere il casco da astronauta e di affrontare il mondo, con le sue piccole conquiste e le inevitabili delusioni, che però lo aiuteranno a crescere e a scoprire se stesso. Attraverso uno schema narrativo per capitoli – ognuno dei quali prende il nome di un personaggio che racconta la storia dal proprio punto di vista – lo spettatore si immerge nel piccolo universo di Auggie, che coltiva grandi sogni e una smisurata passione per “Star Wars” e per un altro personaggio “diverso” come Chewbacca. Al suo fianco ci sono due genitori amorevoli, magistralmente interpretati da due star Julia Roberts e Owen Wilson in stato di grazia, che non rubano mai la scena al protagonista, e la sorella Via, interpretata da Izabela Vidovic, alle prese col difficilissimo ruolo di “comparsa” in una famiglia completamente assorbita da Auggie. L’intreccio a più voci rende la narrazione scorrevole e dinamica, ma non mancano i momenti di riflessione e qualche lacrimuccia qua e là. Nè buonista, nè melenso: “Wonder” è un film ironico e divertente, che affronta con leggerezza il tema della diversità, del valore dell’amicizia, del bullismo e della lotta ai pregiudizi.
Monica Scillia