“Io sono tempesta”, Daniele Luchetti: “La mia opera buffa a sfondo sociale”
“Una farsa sociale, un’opera buffa. Lontana dai fatti di cronaca e dal dovere di essere verosimile aspira a raccontare sorridendo e con un tono di fiaba una fetta di Italia che il nostro cinema affronta sempre con dolore, con un tono serio o serioso”: questo è “Io sono Tempesta” di Daniele Luchetti, con Marco Giallini ed Elio Germano, in sala dal 12 aprile. “Gran parte delle nostre commedie del passato sono basate sulla fame, sulla ricerca di una casa da abitare o di una posizione sociale ma ho pensato che questo – a volte – fosse stato un modo di guardare questi personaggi dall’alto in basso. Ho cercato allora di riflettere su cosa sarebbe accaduto se mi fossi messo allo stesso livello dello sguardo degli ultimi, guardando tutti i personaggi senza giudicarli o compatirli. Questa mi sembrava la mia novità: poter prendere in giro certi personaggi, poterci scherzare perché non ti senti superiore a loro”, ha spiegato il regista. “Penso sia arrivato il momento di dimenticarci che il cinema a sfondo sociale possa essere soltanto o politico o drammatico” e “che la commedia italiana possa ambire ad abbandonare di tanto in tanto il mondo medio borghese per andare ad esplorare altri territori oggi in mano al cinema sempre e solo drammatico”.
“Io sono Tempesta”, un ruolo su misura per Marco Giallini
L’idea di “Io sono Tempesta” è nata “anni fa, riflettendo con Sandro Petraglia e Giulia Calenda sull’attualità e su alcuni fatti di cronaca politica ben noti. Prendendo spunto da quelli abbiamo voluto realizzare un film che aspirasse al divertimento, al gioco e alla leggerezza e, per farlo, ci siamo dovuti togliere dall’ingombro dell’attualità”, continua Luchetti. “Io sono Tempesta” racconta “il confronto tra un personaggio che dovrebbe essere il classico cattivo, ma che è simpatico, e una serie di poveri che sono buoni per definizione ma forse corruttibili”. Il protagonista è Numa Tempesta (Marco Giallini), “un ricchissimo e spregiudicato mago dell’alta finanza, un carismatico e cinico speculatore con pochi scrupoli e un grande fiuto per gli affari che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro, acquista alberghi extralusso dove risiede in attesa di rivenderli, ha tante ragazze intorno a sè. È ricco ma senza vita attorno. È un Don Giovanni ma senza desiderio sessuale, un uomo vuoto sia pure con grande talento. A un certo punto però la legge gli presenta il conto: a causa di una vecchia condanna per evasione fiscale dovrà scontare un anno in affidamento ai servizi sociali in un Centro di accoglienza romano”, spiega Luchetti.
“Io sono Tempesta”: un “posto fisso” per Elio Germano
“Il milionario affronta l’impegno suo malgrado e sarà costretto ad entrare in relazione con gli altri iniziando a mettersi al servizio dei poveri, nella fattispecie a disposizione di una comunità di gente che non ha niente, primo tra tutti Bruno (Elio Germano), un giovane padre che frequenta il Centro con il suo bambino, un uomo che si è ritrovato povero mentre è ancora giovane, in età da lavoro, per un tracollo economico familiare dovuto anche alla sua passione per il gioco. È un uomo buffo per il suo ottimismo sfrenato, per il suo vedere le cose sempre da un punto di vista positivo, è una persona che vive in condizioni di estremo disagio ma ha una temperatura affettiva alta: il fatto di essersi ritrovato in mezzo a una strada non lo trasforma in un cattivo padre, come invece è stato il padre di Numa Tempesta nei confronti del proprio figlio”, continua Luchetti, che ritorna a collaborare con Elio Germano dopo “Mio fratello è figlio unico” e “La nostra vita”. L’attore “ormai si candida a essere presenza fissa nei miei film anche grazie a una comunicazione tra noi che definirei quasi medianica”, ha detto Luchetti. “Per quanto riguarda invece Marco Giallini ho voluto confezionare una storia cucita su misura sulle sue corde: non gli ho chiesto di somigliare a qualcuno ma l’ho visto abitare il personaggio di Numa Tempesta con naturalezza, con la sua presenza imponente, col suo modo sornione e remoto di stare nel mondo, e col suo talento empatico che lo rende attraente e simpatico come solo i migliori truffatori sanno essere”.
“Io sono Tempesta”, un cast di attori non professionisti
Anche Eleonora Danco “si è poi rivelata un’interprete propositiva e originalissima per il personaggio di Angela: la conoscevo come attrice e autrice teatrale di talento e si è rivelata perfetta per raccontare questa donna con distacco comico e crudele”, sottolinea il regista, che ha selezionato anche diversi talenti esordienti e ad attori presi dalla strada. “Come in tutti i film che faccio mi sono molto documentato, andando nei luoghi del disagio insieme a quelli che li frequentano e ci lavorano, andando a sentire l’aria che tira. Dopo qualche settimana le persone ti entrano dentro, le hai nell’orecchio e non volendo dimostrare una tesi preconcetta ma solo mostrare una storia ho pensato che fosse più corretto per sentire un certo sapore e un certo suono ascoltare, studiare e poi anche scritturare le persone vere che vivono in quel mondo”, spiega Luchetti. “Dal mio punto di vista di narratore è stato come trovare un pozzo di petrolio, una ricchezza che sgorgava e poteva riempire anche un altro film intero ed è stato facile mescolare il loro talento naturale a quello degli altri attori. I professionisti si sono adeguati al livello dei non professionisti, in un’area più fresca e giocosa”, conclude.