Riparare i viventi – Trailer
Tutto comincia all’alba. Tre giovani surfisti su un mare infuriato. Poche ore dopo, di ritorno a casa, un incidente. Ora la sopravvivenza di Simon, collegato al respiratore in un ospedale di Le Havre, è poco più che un’illusione. A Parigi, nel frattempo, una donna è in attesa di un trapianto d’organi che le concederà un’altra possibilità di vita.
“Réparer les vivants” di Katell Quillévéré è stato presentato alla 73/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti.
“Il romanzo di Maylis de Kerangal mi ha subito affascinata. – ha commentato la regista – La migrazione di un cuore verso un altro corpo, al di là della carica drammatica insita in tale situazione, apre prospettive scientifiche, poetiche e metafisiche. La tragedia capitata al ragazzo mi fa anche riflettere sul profondo bisogno che c’è in ognuno di noi di trasformare l’inesorabilità e la sofferenza causate dalla morte per sfidare l’inalterabile natura della nostra condizione. La donazione di organi non è un atto semplicemente fisico, in essa vi è un elemento sacro. Fin dal mio primo lavoro, Un poison violent, sto esplorando il tema del sacro e il problema di tradurlo in termini visivi, di portarlo sullo schermo. Penso che ci sia sempre un senso di trasgressione quando si spia sotto la pelle, la quale è un confine naturale a protezione della nostra identità. Il chirurgo infrange quel confine mentre, nell’isolamento della sala operatoria, porta a compimento la sua missione di salvar vite. Ma nella mia veste di regista come posso far accettare allo spettatore talune immagini anatomiche potenzialmente brutali e sconvolgenti? È una sfida affascinante mostrare, attraverso queste immagini, che in simili momenti, in cui vita e morte sono in bilico, il banale incontra il sacro. Nel realizzare questo film, volevo soprattutto trasmettere la sensazione metafisica del movimento di un’entità viva, volevo rendere il flusso della continuità organica mentre il sangue circola all’interno del corpo umano. Un cuore smette di battere in un corpo per prolungare la vita in un altro… un viaggio incredibile, in cui l’individuo comprende di essere un anello di una catena, una parte del tutto. Collegato”.