David di Donatello 2017, tutte le candidature: testa a testa tra Virzì e “Indivisibili”
Testa a testa ai David di Donatello tra “Indivisibili” e “La pazza gioia”: i film di Edoardo De Angelis e Paolo Virzì hanno collezionato 17 nomination, davanti a “Veloce come il vento” di Matteo Rovere a 16 e a “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio a 10. Oltre a queste pellicole, fa parte della cinquina candidata al Miglior film anche “Fiore” di Claudio Giovannesi (tutti e cinque gli autori si contenderanno anche il David alla regia).
MASTANDREA SUPERSTAR – Doppia candidatura per Valerio Mastandrea (Miglior attore protagonista per “Fai bei sogni” e Miglior attore non protagonista per “Fiore”). Tra gli attori protagonisti, sono candidati anche Michele Riondino (“La ragazza del mondo”), Sergio Rubini (“La stoffa dei sogni”), Toni Servillo (“Le confessioni”) e Stefano Accorsi (“Veloce come il vento”); tra i non protagonisti, oltre a Mastandrea, sono candidati Massimiliano Rossi (“Indivisibili”), Ennio Fantastichini (“La stoffa dei sogni”), Pierfrancesco Favino (“Le confessioni”) e Roberto De Francesco (“Le ultime cose”).
LE DONNE DI VIRZI’ PROTAGONISTE – Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi sono in lizza come Miglior attrice protagonista per il film di Virzì, insieme a Daphne Scoccia (“Fiore”), Angela e Marianna Fontana (“Indivisibili”) e Matilda De Angelis (“Veloce come il vento”). Nella categoria Miglior attrice non protagonista figurano Antonia Truppo (“Indivisibili”), Valentina Carnelutti (“La pazza gioia”), Valeria Golino (“La vita possibile”), Michela Cescon (“Piuma”) e Roberta Mattei (“Veloce come il vento”).
UN PRESIDENTE ‘MOMENTANEO’ – L’edizione 2017 dei David è la prima senza Gian Luigi Rondi, il decano dei critici cinematografici e presidente dell’Accademia dei David per 35 anni scomparso lo scorso settembre, e con il nuovo presidente Giuliano Montaldo, che continua a definirsi presidente “momentaneo” dell’Accademia dei David, “perché ogni tanto guardo la mia carta d’identità e penso che sia meglio che arrivi qualcuno più giovane, ma anche perché da regista non mi sento a mio agio a giudicare dei colleghi”.