“Ella & John”, Virzì: “Un film sulla libertà personale, Mirren e Sutherland due giganti”
Un film “sulla libertà personale, la dignità della persona, sulla vita condivisa in due, su cosa voglia dire, in un momento in cui si parla tanto di questi temi, vivere fino in fondo, scegliere un gran finale per la propria vita”. Paolo Virzì descrive con queste parole “Ella & John”, il suo ultimo film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e in sala dal 18 gennaio. La pellicola diretta dal regista toscano racconta la storia “di due persone normali che fanno un gesto di ribellione a un destino di ospedalizzazione che li avrebbe separati”, un professore in pensione e la moglie interpretati da Donald Sutherland e Helen Mirren: “due giganti, due geni che qualunque cosa dicessero prendeva la grazia della poesia. E questo mi ha permesso di fare un passo indietro e di godermi lo spettacolo. Quando giravamo faticavo a dire stop, molto spesso non lo facevo, loro continuavano e improvvisavano. Scene che sono rimaste nel film e che a testimoniavano la dolcezza di essere dentro la vita”, ha raccontato, ricordando le 9 settimane di lavorazione del film, girato “nel modo più realistico possibile, con luce naturale. Gli americani ero stupiti, perchè per decisione mia e del direttore della fotografia Luca Bigazzi, ci siamo presentati praticamente senza attrezzature per le luci artificiali”, ha continuato.
“Non era nei miei piani fare un film ‘americano’ anzi mi ha sorpreso e spiazzato. Ma ho preso spunto dal racconto di partenza ‘The Leisure Seeker’, e ho cercato di farlo nostro. Ho portato il nostro modo di lavorare e una troupe italiana che si sono mescolati alla troupe e al modo di lavorare americano e credo che alla fine ci sia stato uno scambio reciproco”, ha raccontato Virzì a Torino, dove ha presentato la pellicola. Un possibile Oscar? “È un discorso che non mi appassiona tanto, poi certo dovesse capitare si va e si fanno due risate, ma spesso ci sono film migliori di quelli che vanno agli Oscar e di rado quelli che hanno vinto erano i miei preferiti”, conclude.