Lady Bird – Recensione
Christine “Lady Bird” McPherson (Saoirse Ronan) frequenta l’ultimo anno di un liceo cattolico e sogna di lasciare la sua città, una Sacramento provinciale e opprimente, per poter frequentare il college a New York. Anticonformista e teneramente ribelle, tenta di destreggiarsi tra vecchie e nuove amicizie, storie d’amore brevi ma travolgenti e le sue prime (fallimentari) esperienze col sesso: Lady Bird – così ama farsi chiamare, rinnegando il nome che le ha dato sua madre (Laurie Metcalf), con cui è perennemente in conflitto – cercherà di diventare adulta e di spiccare il volo verso l’indipendenza, ma una volta fuori dalla gabbia in cui si sentiva reclusa, scoprirà che quello da cui voleva fuggire in realtà le manca disperatamente.
Greta Gerwig è l’anima di “Lady Bird”, a cui presta il volto una esplosiva Saoirse Ronan, che dimostra il suo talento e la sua versatilità per l’ennesima volta: la regista e sceneggiatrice, originaria proprio di Sacramento, sembra mettere a nudo se stessa, in una commedia irriverente ma anche commovente, che mostra con delicatezza gli anni più complicati dell’adolescenza. “Lady Bird” non vede l’ora di crescere e, nel frattempo, sogna di abitare dal lato “giusto” della ferrovia, di imparare a guidare e – ovviamente – sogna il grande amore che prima ha il volto del compagno di recitazione Danny (Lucas Hedges) e poi del bel tenebroso Kyle (Timotee Chalamet, candidato all’Oscar come Miglior attore protagonista di “Chiamami col tuo nome“ di Luca Guadagnino). Anche se la trama potrebbe sembrare banale e ripetitiva, “Lady Bird” è un racconto delicato e divertente, che basa la sua forza su una sceneggiatura infarcita di dialoghi scoppiettanti e intelligenti e su un cast di attori perfettamente in parte.
“Lady Bird”, la commedia outsider degli Oscar 2018
“Lady Bird”, scritto e diretto dalla 34enne Greta Gerwig, al suo esordio alla regia, ha già vinto il Golden Globe come Miglior commedia e potrebbe essere l’outsider degli Oscar 2018, che lo vedono candidato a ben cinque premi. Tra cui quello al Miglior Film, alla Miglior Regia (con la Gerwig quinta donna ad essere candidata in questa categoria) e alla Miglior sceneggiatura originale, alla Migliore attrice protagonista a Saoirse Ronan – che ha già vinto il Golden Globe ed è alla sua terza nomination agli Oscar – e alla Miglior attrice non protagonista a Laurie Metcalf.